Tutti i caschi devono soddisfare i requisiti di sicurezza richiesti dalle norme europee CE EN 1078 e quindi bisogna anzitutto verificare che il casco riporti al suo interno l’inerente etichetta.
Successivamente, bisogna provare il casco (praticamente impossibile se è in una confezione blisterata, come usuale per quelli acquistabili nei supermercati generici) e prestare attenzione che calzi bene (deve aderire alla testa senza però comprimerla!).

Sicuramente, la possibilità di verificare la cura dei dettagli contribuisce ad avvalorare la qualità del prodotto e l’affidabilità del produttore. E per dettagli, non s’intende solo quelli inerenti il prodotto ma anche, altrettanto significativi, il manuale istruzioni conforme alle normative vigenti piuttosto che la garanzia di sostituzione legale con relativa polizza di sostituzione (numerata casco per casco e quindi personalizzata!) in caso di incidente durante l’uso del casco in bicicletta. In parole povere, l’assistenza post vendita da parte del produttore.

Sia quando vengono portati (nel seggiolino o nel rimorchio o nella trailer-bike) che, ovviamente, quando stanno imparando ad andare in bicicletta.
Al riguardo, nei negozi si possono trovare i caschi per bambini con la circonferenza cranica da 44 cm in su.
Importante: i pediatri consigliano l’uso del seggiolino per bici solo a partire dal momento in cui il bambino ha compiuto un anno.

Premesso che il casco non va considerato come una «polizza assicurativa sulla vita», ricerche condotte sul piano internazionale evidenziano un effetto protettivo variabile.
Che poi un casco riduca il rischio di ferite alla testa dell’88%, del 65% o anche solo del 50% (per citare solo alcune cifre) e se sia più efficace contro le commozioni cerebrali o le fratture craniche, sono fattori secondari a livello di prevenzione, pur essendo rilevanti per la ricerca.
L’aspetto inequivocabile è che il casco permette di ridurre il rischio di lesioni alla testa!

Ovviamente, il casco non può proteggere il ciclista in ogni parte del corpo ed infatti la sua funzione è quella di proteggere la testa, ovvero la parte più delicata e vulnerabile.
Anche se, a volte, la dinamica dell’incidente è tale che il ciclista si ferisce ugualmente alla testa ma, grazie al casco, le lesioni possono risultare meno gravi o non essere letali.

Anzitutto deve essere regolato su misura e poi assolutamente allacciato!
Infatti, solo rispettando queste norme il casco potrà offrire una protezione efficace e, purtroppo, molti ciclisti non regolano il casco in modo ottimale o, addirittura, no lo allacciano.
Tra i bambini, poi, la percentuale di coloro che non rispettano queste norme è altissima.

Veramente, andando in bicicletta si suda anche senza il casco e, ancor di più, usando un cappellino seppur leggerissimo! Anzi, a differenza di qualsiasi cappellino, il casco ha il vantaggio di avere delle prese d’aria ed inoltre, se in occasione dell’acquisto si è prestata attenzione anche al peso (dettaglio questo che deve essere riportato su ogni scatola contenente il casco o, comunque, al suo interno) manco ci si accorge di … indossarlo!

Le parti interne ed esterne del casco vanno lavate solo con acqua e sapone.
Non vanno assolutamente usati dei solventi perché corrodono la calotta interna, il rivestimento ed anche i componenti del casco, danneggiandolo irrimediabilmente.

Va sostituito se, dopo una caduta, ha subito un forte colpo e ciò, anche se lo stesso non presenta apparenti gravi danni.
Ogni urto infatti, danneggia comunque il materiale con cui viene prodotto e pertanto il casco non può più garantire l’originario grado di protezione.

Un casco “datato” non protegge più come uno nuovo e così, con il passare degli anni, il calore, il sole, la pioggia, il sudore e le vibrazioni pregiudicano l’effetto protettivo del materiale. Pertanto, un casco molto usato dovrebbe essere sostituito dopo circa 5 anni.